Incontro con Enrico Letta

Dal portale valtaro.it (foto di Mauro Delgrosso e testo di Elisa Delgrosso)


"Costruire una cattedrale": é l'ultimo libro scritto da Enrico Letta, ospite per un giorno a Borgotaro. I suoi pensieri sulla politica attuale, sulla necessità di un cambiamento radicale, basato sull'ascolto della gente.

Costruire qualcosa di duraturo, solido, capace di cambiare la storia, come le antiche cattedrali del Medioevo, significa mettere al lavoro tutta una collettività di persone, che si impegnano per qualcosa che va ben al di là della propria persona e della propria vita.

La “cattedrale” è un po’ il simbolo della logica che Enrico Letta, parlamentare del Partito Democratico, ha seguito nella scrittura del suo ultimo libro, intitolato appunto “Costruire una cattedrale”, presentato in sua presenza lo scorso venerdì a Borgo val di Taro.

Una sala stracolma, quella dello storico palazzo Tardiani, ha accolto Letta con un pubblico numerosissimo e più che mai attento alle sue parole, che partendo dai concetti, espressi nei vari capitoli del libro, sono arrivate ai grandi temi della crisi, del meridione, dell’economia e della partecipazione politica.

Introdotto dagli interventi del vice presidente della Provincia Pier Luigi Ferrari e del coordinatore comprensoriale del Partito Democratico Claudio Barilli, l’onorevole Letta ha parlato del suo percorso politico, parallelamente al percorso che dalla sua nascita ha avuto il PD, fino ad arrivare alla riorganizzazione interna del partito che vedrà il suo culmine del prossimo congresso di ottobre, in cui verrà eletto il nuovo segretario nazionale, e poi via via i segretari regionali, provinciali e così via.

“Zaino leggero, orecchie a terra”, Letta vuole un Partito Democratico che si sbrogli da tutti i vincoli passati, dai pesi che fino ad ora l’hanno rallentato, lasciando spazio al lavoro per il futuro e soprattutto all’ascolto della gente.

La “cattedrale” di Enrico Letta è un’idea, una metafora non poi così astratta, quella che, con lo sforzo collettivo di molti uomini, che pur coscienti del valore di ciò che facevano, non hanno mai visto la fine dell’opera complessiva, ma che lo stesso hanno lavorato contribuendo alla realizzazione di qualcosa che rimane ancor oggi a simbolo di fede, maestria, duro lavoro.

Un chiaro esempio di ciò Letta, nato a Pisa, ce l’ha ben presente, con un’economia ricca che deriva per lo più da due opere costruite secoli fa: il complesso monumentale di piazza dei Miracoli e l’Università.
Con l’uso di questa efficace metafora si snoda la concezione che Enrico Letta ha del PD, un partito che dovrà necessariamente lottare contro i mali “occulti” del “presentismo e del presenzialismo, in un mondo dove tutto deve cambiare subito, dove l’individualismo è lodato quando invece è in realtà una delle cause scatenanti dell’attuale crisi economica mondiale.”

E per quanto riguarda le candidature alla segreteria nazionale Letta non ha dubbi, e spiega la sua scelta di sostenere Pier Luigi Bersani “perché in una situazione come quella attuale, dopo la delusione e le strade sbagliate prese dal PD, non posso assolutamente sostenere una linea di continuità”

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